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Piante a foglie generalmente intere, ovate, lanceolate o lineari; pelosità generalmente ridotta; capolini per lo più grossi (2-4 cm), con involucro cilindrico a ovoide diametro 7-14 mm; squame con appendice molto sviluppata, e parte laminare separata dall'appendice mediante una evidente strozzatura; appendice membranosa, piana o più o meno concava, intera, lacerata o regolarmente pettinata (fra i due estremi vi è una serie continua di aspetti); fiori rosei, rossi, rosso-aranciati o purpurei, gli esterni raggianti (tranne in Sp. Centaurea transalpina e Sp. Centaurea carniolica); acheni 2.5-3 mm, con pappo mancante o rudimentale. Questo gruppo è stato variamente interpretato, come un'unica specie polimorfa, come due specie (C. jacea = Sp. Centaurea haynaldii-Sp. Centaurea pratensis e C. nigrescens = Sp. Centaurea transalpina-Sp. Centaurea carniolica) oppure come una dozzina di specie indipendenti. In realtà tutte le stirpi sono tra loro ibridabili, il che deporrebbe in favore della prima interpretazione (specie unica). D'altra parte è stato messo in evidenza il frequente passaggio all'apomissia, come pure la possibilità di copulazione tra gameti non ridotti con conseguente poliploidizzazione; inoltre le varie stirpi appaiono ben, segregate ecologicamente. In attesa di un giudizio definitivo sembra dunque più opportuno considerarle al livello di specie, sottolineando tuttavia che l'intensa differenziazione nell'ambito di questo gruppo è in gran parte l'effetto dell'azione antropica che mediante la creazione dei prati stabili ne ha favorito l'espansione.
Vedi altre piante vicine a Centaurea jacea (stesso genere, stessa famiglia o stesso epiteto specifico)