Pianta erbacea annua o raramente bienne; radice gracile e a fittone.
Fusto semplice o ramoso-corimboso, rigido, alto 30 - 70 (100) cm, ascendente, striato, con pelosità ragnateloso-tomentosa biancastra.
Foglie verde grigiastre, le basali picciolate, di forma lirata a contorno lanceolato con 2 - 4 lacinie (3 - 8 x 20 - 70 mm) con lobo terminale più grande, ricoperte di lanugine sopra e cotonose sotto; le foglie cauline sessili (2 - 3 cm) intere, strette, lineari-lanceolate e non decorrenti, a base attenuata.
Infiorescenza a capolino di 2 - 3 cm di Ø, su rami afilli allungati ed eretti.
Involucro piriforme di 9-15(16,5) x 4-9 mm. Brattee involucrali esterne formate da squame sparsamente tomentose con appendice brunastra, scariosa, fimbriata (ciglia ± 6) di 0,3 mm, e nero-argentea; quelle interne più lunghe e con apice denticolato (1 mm).
Fiori tutti tubulosi di colore azzurro-violetto, divisi in 5 lacinie, gli esterni raggianti, sterili, gli interni (flosculi) ermafroditi.
Ovario infero.
Il frutto è un achenio di 3 - 4 mm, di colore grigio-brunastro, ricoperto di sparsi peli e con pappo rossastro munito di setole biseriate (quelle esterne lunghe quanto l'achenio, quelle interne 1 -2 mm).

Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Subcosmop. - In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona climatica.

Habitat: Terreni sarchiati, campi di cereali, prati in genere con presenza di azoto; da 0 a 1500 m slm.

Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco κέντρον kéntron pungolo, sprone: per la forma del bocciolo, oppure dal latino Centaurus, greco κένταυρος céntauros centauro, figura mitologica metà uomo e metà cavallo; secondo alcuni autori, questo genere sarebbe dedicato a Chirone che, al contrario degli altri centauri, aveva un’indole saggia e mite: esperto nelle scienze e nella medicina era considerato maestro di Esculapio, di Achille e di altri eroi.
L'epiteto specifico deriva dal latino "cyănus" = che a sua volta è stato mutuato dal greco "κύανος" =" azzurro" riferito al colore della corolla.

Proprietà ed utilizzi: specie officinale.

Nella medicina popolare la pianta viene utilizzata sotto forma di decotto per curare le congiuntiviti, gli edemi, la gotta, i reumatismi, l'orzaiolo e per uso bechico. Contiene 2 glucositi, uno amaro (simile a quello della cicoria) ed uno colorante la "cianina" glucosite antocianico (usato anche come sensibilizzatore delle pellicole fotografiche), flavonidi sesquiterpenici e inoltre sostanze tanniche, sali di potassico, mucillagini.
Nella medicina omeopatica per curare: attacchi influenzali, disturbi del ciclo mestruale, problemi di stipsi, e disturbi del fegato.
In cucina, dalle foglie, si estrae un colorante utilizzato per i dolci.

Curiosità: La "cianina" pur essendo un colorante, non viene utilizzato per tingere i tessuti perchè facilmente degradata dalla luce e dagli acidi.
Attualmente la presenza di questo bel fiore è nettamente in regresso per l'uso della selezione delle sementi in cerealicoltura e per l'uso esteso di diserbanti. Attualmente si trova confinato ai margini di piccole aree coltivate; resta ancora diffuso nel Parco dei Monti Sibillini (es. a Castelluccio di Norcia), dove colora di azzurro le vicine pianure.
In floricoltura sono state ottenute tante varietà, da giardino ma con fiore più grande o a pianta nana e con tonalità diverse, porpora, blu scuro, rosa ecc..

[Nino Messina, 30/01/2012]
"Centaurea cyanus L. - Fiordaliso vero"
In Acta Plantarum, Forum

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

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