Pianta arbustiva, lianosa sempreverde, rampicante o strisciante al suolo e radicante; i fusti volubili, aderiscono a mezzo di radici avventizie, emesse in corrispondenza dei nodi delle ramificazioni, a qualsiasi elemento ne permetta lo sviluppo verticale, ove ciò non fosse possibile, assumono portamento strisciante aderendo al suolo. I fusti dapprima erbacei, poi semilegnosi e villosi per la presenza di radici avventizie, hanno prima corteccia liscia e glabra, poi scabra, in quelli più vecchi la corteccia è grigiastra e fessurata. Può raggiungere i 20 m di lunghezza. Le foglie sono sparse, persistenti coriacee con margine liscio, di un colore verde cupo con nervature biancastre, lucide nella pagina superiore, picciolate e di forma variabile. Nelle foglie di questa specie si può osservare il fenomeno dell' eterofillia: le foglie dei rami giovani, striscianti sul terreno o rampicanti sulla parte bassa dei tronchi, hanno forma palmato-lobata, mentre sui rami fiorieri più alti, in pieno sole, le foglie sono ovato-romboidali. Le infiorescenze sono costituite da 2÷3 piccole ombrelle nude riunite all'apice dei rami fertili, ciascuna composta da 8÷20 fiori giallo verdastri che appaiono in autunno e sono ricchi di nettare; il calice è da è coperto da peluria biancastra ha 5 denti saldati all'ovario, 5 petali lanceolati ripiegati verso il picciolo, 5 stami alternati ai petali con antere gialle e un solo pistillo; ovario infero pentaloculare, stigma sessile. I frutti che compaiono nella primavera successiva, sono sono bacche ovoidali prima verdi, poi rossastre, nero-bluastre a maturazione, contenenti 2 o 3 noccioli ad endocarpo cartaceo. I semi sono oblunghi, rugosi e rossicci. I frutti sono velenosi per l'uomo.
Tipo corologico: Subatl. - Europa occidentale e anche più ad oriente nelle zone a clima suboceanico. Submedit. - Areale prevalentemente mediterraneo.
Antesi: settembre÷novembre
Distribuzione in Italia: Presente in tutto il territorio.
Habitat: Pianta ubiquitaria, invasiva, vegeta allo stato spontaneo abbarbicandosi ai muri, alle rocce, ai tronchi, oppure aderendo al suolo divenendo tappezzante, sempre preferendo i luoghi freschi, umidi ed ombrosi. 0÷1.450 m s.l.m.
Note di Sistematica: Oltre alla subspecie nominale sopra descritta, è presente nel nostro territorio Hedera helix subsp. poëtarum (Bertol.) Nyman, specie Archeofita, che si distingue per frutti che a maturazione hanno bacche di colore giallastro.
Note, possibili confusioni: Simile è Hedera ibernica (G. Kirchn.) Bean - Edera irlandese: specie Neofita naturalizzata e prossima a divenire invasiva, che si distingue da Hedera helix, principalmente per i peli stellati i cui raggi sono disposti parallelamente alla superficie di inserzione del pelo (orizzontali), mentre si presentano eretto-patenti in H. helix, per pelosità sui rametti e sulle foglie giovani che appare sericea o sub-sericea; per foglie sono mediamente maggiori (6÷10 cm) rispetto a H. helix così come il reticolo biancastro di fondo delle nervature fogliari della pagina superiore è irrilevante.
Etimologia: Il nome del genere assonante con "hadaéreo" = io aderisco, il nome specifico in greco significa attorcigliamento, entrambi gli epiteti fanno riferimento alle caratteristiche della pianta di attacarsi attorcigliandosi.
Proprietà ed utilizzi: specie officinale tossica
Costituenti principali: saponine triterpeniche (tra le quali è particolarmente importante l'ederina), olio essenziale, steroidi (steroli, beta sitosterolo, campestrolo), flavonoidi (rutina), glucosidi, alcaloidi (emetina), acidi caffeico e clorogenico, sali minerali, ossalato di calcio. L'emetina e le saponine triterpeniche sono efficaci contro la Fasciola hepatica, (un verme piatto, che infetta le vie biliari degli erbivori e accidentalmente può colpire anche l'uomo), i molluschi, i parassiti intestinali e le infezioni fungine.
H. helix è un'erba amara, aromatica, ha proprietà antibatteriche, analgesiche, espettoranti fluidificanti del catarro mucolitico, antispasmodiche, antipiretiche, vasocostrittorie. Per uso interno in caso di gotta, dolori reumatici, pertosse, bronchite.
Per uso esterno in caso di eruzioni cutanee, gonfiore dei tessuti, varici, articolazioni dolorose, nevralgie, scottature, verruche, scabbia, impetigine, cellulite. È una delle piante utili per combattere gli inestetismi cutanei della cellulite e gli inconvenienti della pelle grassa. L'estratto di Edera, ha una spiccata azione cosmetica tonificante su tutte le parti del corpo che tendono a rilassarsi e a perdere tono, l’azione astringente, favorisce il riassorbimento dei liquidi; per queste sue proprietà, è presente in numerosi preparati ad uso topico come creme, gel e fanghi contro la formazione della cellulite. Per un pediluvio rilassante immergere nell'acqua calda qualche foglia tritata. Per ridare colore ad indumenti neri scoloriti, immergere i panni in un'infusione preparata con 40 foglie e un litro d'acqua, lasciandoli per circa 2 ore prima di risciacquare; le foglie bollite con l'aggiunta di soda, possono essere impiegate come sostituto del sapone per lavare i panni. Per rendere lucidi i capelli scuri, usare mescolato all'acqua del risciacquo un decotto di 3÷ 4 foglie per ogni dl di acqua. La cenere ottenuta bruciando i rami di H. helix è un ottimo lucidante per l'argenteria. I frutti che sono velenosi per l'uomo, possono essere un appetitoso "slow food" invernale, per tordi e merli.
Avvertenze: tutte le parti della pianta, in particolare le foglie giovani e le bacche, sono tossiche. Per uso interno possono provocare intossicazione, che si manifesta con sintomi di nausea e vomito e depressione del sistema nervoso centrale, fino a coma con depressione respiratoria. Per contatto possono provocare gravi irritazioni e allergie cutanee. Quindi non usate mai e sottolineo mai, rimedi erboristici, senza prescrizione e controllo medico.
La capacità dell'Edera di emettere radici dal fusto le permette di aderire con grande tenacia al substrato; perciò, è ampiamente coltivata e diffusa a scopo ornamentale per ricoprire muri e pergole in mezz'ombra. L’Edera è considerata erroneamente una pianta parassita in grado di succhiare la linfa delle piante tramite le radici avventizie, queste invece hanno esclusivamente una funzione di sostegno. L’edera contribuisce alla selezione naturale del bosco quando "abbraccia" i tronchi, con il suo peso, appesantisce a fa cadere gli alberi meno resistenti e già malati, accelerando il rinnovo del bosco e il completamento del ciclo biologico.
La NASA, Ente Spaziale Americano, ha divulgato le caratteristiche di alcune piante con proprietà "fitodepurative" evidenti. Fra queste figura l'Hedera helix, che pare abbia dimostrato proprietà notevoli: secondo la NASA assorbe il 90%, del benzene ed oltre il 10% del tricloroetilene, quindi possiamo senz'altro definirla “pianta anti-inquinamento”.
Curiosità: L' H. helix era uno dei simboli di Dionisio (Bacco per i romani), egli era infatti chiamato anche Kissós, nome greco della pianta. Narra il mito che essa comparve subito dopo la nascita di Dionisio per proteggerlo. I tebani consideravano sacra al dio una corona di rami d'edera chiamata “perikiósos” che significa “avvolgitore di colonne”. Dalla pianta prendeva il nome anche la fonte Kissoûssa presso Tebe, dove secondo la leggenda le ninfee avrebbero bagnato il piccolo Dionisio dopo la nascita. Bacco era considerato il dio del trasporto mistico, ma anche di quello amoroso e la pianta divenne per il popolo, simbolo della passione che spinge gli amanti ad unirsi, in un abbraccio che si vorrebbe perpetuare per sempre, simile a quello dell'Edera intorno al tronco di un albero. Le baccanti masticavano e mangiavano foglie e germogli per entrare in uno stato di euforia, di estasi, di furore. Per questo motivo in India la pianta è considerata anche emblema di concupiscenza.
Alla sua freschezza si attribuiva il potere di fugare gli effetti del vino, per questo si riteneva che Dionisio avesse ordinato ai suoi seguaci di ornarsene, lo stesso dio, veniva raffigurato con una corona d' Edera in capo e con bastone avvolto dalle sue foglie. Alcuni ritengono che proprio da questa credenza deriva l'usanza, ancor oggi viva in qualche osteria di paese, di appendere fuori dall'uscio un tralcio d'Edera a indicare la mescita del vino. Nell'Europa centrale e settentrionale, l'edera era usata insieme all'agrifoglio, appesa sulle travi e sulle porte delle case e sui camini, come decorazione natalizia, usanza nata per tener lontani i folletti dispettosi dalle abitazioni. I presunti poteri magici di questa pianta, cambiavano a seconda delle località, ad esempio in Scozia si attribuiva all'Edera il compito di proteggere dal malocchio le vacche e il loro latte. In Grecia si offrivano corone di Edera ai novelli sposi e i sacerdoti prima delle funzioni, se ne cingevano il capo.
In Egitto era sacra alla dea Osiride e simboleggiava la vita nella sua totalità.
Gli imperatori ed i poeti romani venivano coronati con ghirlande di edera, pare che Nerone ne avesse in capo una corona mentre Roma bruciava. Catone, Plinio, ma molti altri scrittori latini citano l'edera nelle loro opere. I druidi utilizzavano H. helix mischiata a vino e birra per creare le loro visioni.
I medici dell’antichità ritenevano potesse essere usata ponendola sulla testa per guarire dalla follia.
I celti associavano l’Edera al culto di Arianrhod "la ruota d'argento" cioè la luna. Arianrhod presiedeva all'aurora, alle fasi lunari , alle nascite, ai matrimoni, alla fertilità, ma il suo compito principale, soprattutto in concomitanza dell’aurora boreale, era quello di guidare le anime dei morti nella sua dimora: Caer Arianrhod, luogo dove sostavano le anime prima di reincarnarsi o morire definitivamente. La festa di Arianrhod viene celebrata il 31 ottobre, è universalmente nota come Holloowin. Queste sono solo alcune delle leggende legate all'origine e agli usi dell'Edera. Pare che questa pianta nei secoli abbia scatenato la fantasia dei mitografi. Secondo Walter Friedrich Otto, storico delle religioni e uno dei massimi filologi e grecisti del 900, “La vite e l'edera sono sorelle, che pur sviluppate in direzioni opposte, non possono celare la loro parentela. Entrambe portano a termine una meravigliosa metamorfosi”. Il suo fiorire e il suo ricoprirsi di frutti è in opposizione rispetto alla vite, l'Edera fiorisce infatti in autunno quando per la vite è tempo di vendemmia e produce fiori a primavera. Tra i suoi fiori e i suoi frutti sta il tempo dell'epifania dionisiaca nei mesi invernali. Tutto questo per rappresentare il dualismo di Dioniso: luce ed oscurità, freddo e calore, vita e morte.
Edera, amore e fedeltà sono quasi sinonimi. Famoso è il detto francese "Je meurs où je m'attache", dove l'edera s'attacca ivi muore.
Nel Kama Sutra esiste una figura detta: "L’abbraccio dell’edera".

[Marinella Zepigi, 19/01/2009]
"Hedera helix L. - Edera"
In Acta Plantarum, Forum

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Vedi altre piante vicine a Hedera helix (stesso genere, stessa famiglia o stesso epiteto specifico)

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