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Pianta erbacea perenne alta fino 30 cm, radice composta da un piccolo bulbo-tubero di forma ovoide (1 - 1,5 cm) ricoperto di tunica bruna.
Le foglie di colore verde si sviluppano dopo l'antesi, sono in numero di 2 (3 - 5) di forma lineare-lanceolata o lineare-spatolata, ottuse nella parte terminale superiore (8 - 28 x 0,6 0,20 cm).
Fiori solitari o più raramente 2 - 3 , alti c. 15 cm; perigonio composto da un tubo lungo 10 - 12 cm e di colore tendente al giallino.
Tepali 6 di colore rosa-lilacino, di forma ellittico-lanceolata e solcati da striature longitudinali più scure (variegatura) ± 2 - 3,5 cm.
Stami 6 portanti antere di colore giallo-arancio.
Stili 3, eretti e quasi sempre più corti degli stami; stimma a forma di capocchia.
Il frutto è una capsula ovoidale lunga 1,5 - 3 cm con presenza di mucrone. Tipo corologico: Medit. - Mediterraneo.
NW-Medit. - Mediterraneo nord-occidentale. Habitat: Prati aridi dal piano collinare a quello alpino ( 200 - 2200 m slm). Note, possibili confusioni: Colchicum alpinum DC. può confondersi con Colchicum autumnale L. che però presenta stami di lunghezza variabile (3+3), stili clavati separati e sporgenti dal tubo corollino, lo stimma un po' ricurvo.
Altra specie simile è Colchicum cupanii Guss. (più diffuso nelle regioni meridionali) che però ha foglie più piccole che si sviluppano contemporaneamente al fiore, inoltre le antere sono porporine.
Etimologia: Il nome del genere è molto antico perché usato già dai greci “κολχικόν”= “Colchide” . Indicava una regione dell'Asia Caucasica; la Colchide , paese di Medea situato nella zona del Mar Nero, dove fiorivano abbondanti questi fiori, conosciuti anche perché velenosi; Tournefort prima e Linneo dopo confermarono il nome di Colchicum al genere. L'epiteto della specie ricorda l'areale di vegetazione. Proprietà ed utilizzi: specie tossica
Tutti i colchici sono velenosi per la presenza di un alcaloide chiamato "colchicina" C22 H25 NO6, presente in tutta la pianta con particolare concentrazione nei semi e nei tuberi. Inoltre è presente un glucoside, il colchicoside, già da tempo utilizzato nella terapia antitumorale ; questo glucoside è presente specialmente nei bulbo-tuberi e nei semi.
L' ingestione causa entro 2 - 5 ore, nausea, coliche addominali, fortissima sete, febbre, danno renale, delirio e nei casi più gravi la morte.
Nella medicina odierna la colchicina viene impiegata come antitumorale perché mitotica, in quanto in grado di inibire la separazione dei cromosomi durante la cariocinesi (processo di divisione di una cellula con produzione di 2 cellule figlie), anche e per curare la gotta, nel trattamento di fenomeni flogistici e più recentemente nella cura e prevenzione della pericardite.
Queste piante, pur velenose, vengono usate in floricoltura per formare tappeti colorati. Curiosità: Nel medioevo la pianta veniva usata dalle fattucchiere come il (C. autunnale) per preparare un decotto che serviva per curare l'artrite, debellare i pidocchi e altri parassiti (anche sugli animali). Dalla pianta veniva estratto un colorante usato per tingere uova sode o per colorare di verde le reti dei pescatori.
Nell'allevamento del bestiame la pianta aveva un effetto nefasto perché essendo affienata insieme alle altre piante produceva danno per gli animali . Durante il periodo vegetativo,la pianta viene scartata dagli erbivori, per il suo sapore aspro(tranne per gli ovini e caprini che poi però producono un latte tossico).
[Antonino Messina,
03/04/2012] "Colchicum alpinum DC. - Colchico minore" In Acta Plantarum, Forum
Attenzione:
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
Vedi altre piante vicine a Colchicum alpinum (stesso genere, stessa famiglia o stesso epiteto specifico)