Pianta erbacea perenne, glabrescente, con fusti, da prostrati o ascendenti, di 10-30 cm con la parte superiore nuda o con 1 o 2 foglioline spaziate. Foglie inferiori, semplici o imparipennate, da 1 a 5 paia di foglioline, da oblungo-lineari ad ellittiche, la terminale più grande ± ovata, glabrescenti nella pagina inferiore, munite ai bordi di brevi peli. Infiorescenza in densi glomeruli, solitari od appaiati, posti all'apice del peduncolo, attorniati da grandi brattee fogliacee palmate,ricoperte di una soffice peluria.
La corolla papilionacea di 15-18 mm con vessillo, margine delle ali e carena di un color rosso sangue, talora scolorati o variegati.
Calice lungo 11-14 mm, rigonfio vescicoso, concolore alla corolla, striato e virante al rosso-bruno, con denti disuguali molto più corti del tubo e provvisto di peli appressati uniformemente.
Frutti: piccoli legumi di circa 3,5-7 x 2-4 mm, contengono un solo seme ovoide.
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Habitat: Terreni ed incolti erbosi, garighe e macchie da 0 a 1000 m.
Etimologia: Il nome del genere anthyllis deriva dal greco anthos = fiore ed illos= lanugine, per indicare l'aspetto lanuginoso delle infiorescenze, mentre il nome specifico vulneraria deriva dal latino "vulnus" = "ferita", per le proprietà cicatrizzanti di questo genere.Il nome della subspecie rubriflora deriva dal latino ruber = rossiccio riferito al colore delle corolle.

Specie polimorfa.
Nota - La straordinaria variabilità di Sp. Anthyllis vulneraria non ha finora avuto una spiegazione sperimentale. Singole popolazioni o gruppi di popolazioni appaiono ben distinti, tuttavia sono collegati tra loro da altre popolazioni intermedie, che rendono illusoria ogni divisione netta. Pertanto sembra opportuno considerare Sp. Anthyllis vulneraria come un'unica specie, benché alcuni AA. (ad es. Asch. et Gr.) la dividano in specie distinte. I gruppi meglio tipizzabili sono indicati come sottospecie, seguendo la sistemazione di Cullen in Fl. Europ. 2: 179-180, però anch'essi sono per lo più collegati da intermedi e d'altra parte possono venir riuniti in gruppi più o meno differenziati. Verosimilmente in condizioni naturali Sp. Anthyllis vulneraria era formata da una serie di stirpi degli ambienti aridi rupestri, ben differenziate e isolate geograficamente dalle aree boschive ricoprenti l'Europa: l'uomo, distruggendo il bosco, ha esteso su tutto il continente l'ambiente adatto a queste stirpi che si sono diffuse entrando in contatto l'una con l'altra, formando ibridi e spesso più o meno perdendo la propria caratterizzazione. L'opera dell'uomo avrebbe determinato quindi una vera e propria «evoluzione a rovescio» per sdifferenziazione delle singole stirpi. La bibliografia è scarsa: una monografia di Sagorski è ormai superata, più moderni gli studi di Becker W. in Beih. Boi. Centralbl. Abt. II voi. 27: 256-287 (1910) e voi. 29: 16-40 (1912), che sono serviti di base per la trattazione in Asch. et Gr., Svn. Mitteleurop. FI. 6. 2: 620-640 (1908) e Rothmaler W., Feddes Rep. 50: 177-192; 233-245 (1941). Per il materiale italiano mancano analisi approfondite; la distribuzione delle varie entità resta da precisare.
Consigli per la determinazione - È pericoloso avventurarsi a tentare una determinazione dettagliata ed analitica, se non si dispone di materiale di confronto che comprenda le stirpi più rappresentative per la flora d'Italia: collezioni locali, anche se ricche, possono essere formate soprattutto da ibridi che. in mancanza di piante d'aspetto tipico, costituiscono un vero rompicapo. Per chi vuole approfondire si consiglia di raccogliere alcune stirpi, che possono servire come «cardine» per inserire le serie ibride, e cioè: la subsp. alpestris (Kit.) Asch. et Gr. sulle Dolomiti nei pascoli alpini sopra i 2000 mente dove è praticamente esclusiva; la subsp. vulnerarioides (Ali.) Arcang. nei Seslerieti d'altitudine dell'App. Centr. (però attenti a piante che derivano verso la subsp. pulchella [Vis.] Bornmente!); la subsp. maura (Beck) Lindb. oppure la subsp. praepropera (Kern.) Bornmente. esclusive nell'area dell'Ulivo a S dell'Arno.Con la collaborazione di W. Gutermann e H. Niklfeld (Vienna).

[Mirna Medri, 12/01/2009]
"Anthyllis vulneraria L. - Vulneraria"
In Acta Plantarum, Forum

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

Vedi altre piante vicine a Anthyllis vulneraria (stesso genere, stessa famiglia o stesso epiteto specifico)

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