Pianta perenne, erbacea, rizomatosa, fusti glabri, prostrati e lignificati alla base, con rami orizzontali afilli ± arrossati, rami fioriferi eretti e ramosi, con steli che presentano 2 rilievi che danno l'impressione di stelo appiattito. La pianta raggiunge il metro di altezza.
Le foglie sono opposte, quasi sessili o con brevi peduncoli, hanno lamina ovato-lanceolata cosparsa di ghiandole traslucide che in trasparenza sembrano forellini e ghiandole scure sul bordo.
I fiori sono riuniti in corimbi apicali multiflori, di colore giallo-oro; hanno 5 sepali acuti interi, con ghiandole nere al margine e 5 petali ovali, asimmetrici, dentellati, con ghiandole scure sul bordo.
I frutti sono capsule triloculari setticide di 5-9 mm, da ovoide a subconiche, rossastre, con 2 linee longitudinali per ogni valva e ghiandole rossastre, oblunghe e oblique ai lati. Semi cilindrici o ellittici, a volte ricurvi, con superficie reticolata, rossi o rosso-nerastri, che misurano 0,8-1 mm.
Tipo corologico: Cosmop. - In tutte le zone del mondo, senza lacune importanti.
Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.
Antesi: maggio÷settembre
Distribuzione in Italia: Presente in tutto il territorio.
Habitat: Prati aridi, margini delle strade, luoghi erbosi e incolti; 0÷1.600 m s.l.m.
Note, possibili confusioni: Specie simili sono:
- Hypericum maculatum Crantz subsp maculatum - Erba di S. giovanni delle Alpi, che si distingue per fusto tetrgono, foglie quasi prive di punti traslucidi, ma con ghiandole scure sepali ovali ed ottusi senza ghiandole al margine, petali con ghiandole nere diffuse.
- Hypericum tetrapterum Fr. - Erba di S. Giovanni alata, pianta dei luoghi umidi che si distingue per il fusto alato, foglie ricche di punti traslucidi, sepali lanceolati e acuti interi, senza ghiandole, fiori con petali più brevi del calice. Presente in tutto il territorio.
Etimologia: Il nome del genere dal greco ”yper” =sopra ed “eikon” =immagine a significare “io scaccio le immagini, le ombre, allontano gli spiriti". Linneo invece, attribuisce un'etimologia diversa, facendo derivare il nome da “yper”= sopra ed “eicos” =somiglianza, in quanto sui petali è visibile un elemento simile a un'immagine; "-ico" risale al verbo “eico” = sembro simile a, appaio. Il nome specifico fa riferimento alla punteggiatura delle foglie, che viste in controluce appaino come perforate da tanti forellini.
Proprietà ed utilizzi: specie officinale
Costituenti principali: derivati dall'antracene (ipericina, pseudoipericina), Flavonidi, xantoni, olio essenziale, tannini e derivati dell'acido caffeico.
Erba dal sapore amaro-dolciastro ad azione antidepressiva, sedativa, ansiolitica, rinfrescante, astringente e antinfiammatoria, localmente è anche analgesica e antisettica. L’Iperico è usato in erboristeria da oltre 2000 anni, ma oggi il suo uso è più diffuso che mai, è infatti una delle erbe medicinali più vendute negli USA, perché negli anni 80 si è scoperto che possiede proprietà antidepressive paragonabili a quelle delle specialità farmaceutiche, l'erba è quindi impiegata nella moderna medicina erboristica soprattutto nella cura della depressione lieve.
L'olio può essere utilizzato per curare le ferite e per massaggiare parti indolenzite, in cosmesi si usa per dare tono alla pelle avvizzita, mentre l'infuso può essere utilizzato in caso di couperose ed arrossamenti.
Attenzione: Secondo l’EMEA, European Medicines Evaluation Agency, vi è rischio di interazioni tra preparazioni di Hypericum perforatum ed altri farmaci, probabilmente correlate all’induzione di alcuni isoenzimi del citocromo P450, che potrebbero provocare l'aumento del metabolismo e la riduzione della concentrazione plasmatica e degli effetti terapeutici di alcuni farmaci metabolizzati dal citocromo stesso, con conseguente possibile fallimento terapeutico.
Quindi non usate rimedi erboristici senza consultare il medico.
Trova impiego nella preparazione di liquori, per le proprietà aromatiche e digestive.
Il fusto seccato può sostituire il tè.
Curiosità: Molte sono le leggende che riguardano l'origine del nome dell'erba di S.Giovanni, probabilmente è stata così chiamata dai primi cristiani, perché le foglie e i fiori, contengono ghiandole che, se pizzicate liberano un olio di colore rosso, in onore di Giovanni Battista, ritenendo che essa secernesse l’olio rosso il 29 agosto, in corrispondenza con l’anniversario della decapitazione del santo.
Fa parte di quel gruppo di 9 erbe “magiche”, che vengono tradizionalmente colte nella notte che, anticamente era fissata nella data del solstizio, successivamente spostata al 24 giugno.
Si ritieneva, che nella notte di incontro tra Sole e Luna le proprietà delle piante raggiungessero il massimo della loro efficacia.
Quale che sia l'origine del nome, è certo che nel medioevo, la notte della vigilia di S. Giovanni, era tadizione dormire con un mazzolino d'Iperico sotto il cuscino, con la convinzione che così facendo, il santo proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero; appenderne un mazzetto sulla porta di casa proteggeva dai demoni.
Nell'antica Roma la pianta era sacra a Giove e considerata il simbolo della luce che disperde l'oscurità e che permette di scacciare i fantasmi e i demoni della notte; da queste credenze popolari il nome di “cacciadiavoli”
Con l'Iperico fiori di lavanda, mentuccia, ruta e rosmarino, nelle campagne intorno a Roma, era usanza preparare “l'acqua di S. Giovanni” lasciando sul davanzale della finestra la bacinella per tutta la “notte magica”
La mattina successiva, quella della festa, tutte le donne di casa, si lavavano con quest'acqua assicurandosi in questo modo buona salute e pelle liscia e profumata; le ragazze in cerca di marito invece, mentre si lavavano, dovevano pensare intensamente all'amato, questo avrebbe favorito il realizzarsi dei loro desideri matrimoniali entro l'anno.
Alle persone che soffrivano di incubi, veniva consigliato di mettere un ramoscello di fiori d'Iperico sotto al cuscino.
I cavalieri medievali pare ne portassero rametti sotto l'armatura. Le donne, per proteggersi dalle violenze sessuali, frequenti nei periodi di guerra, ne nascondevano un rametto sotto le vessti.
La pianta raccolta la notte di S.Giovanni, condizione indispensabile per la sua efficacia, si riteneva guarisse le più diverse malattie, predicesse l'avvenire attraverso l'aspetto del suo succo e proteggesse dal fulmine.
Nel passato la medicina tradizionale usava l'iperico per curare il morso dei serpenti.
Il latice di colore sanguigno, detto “sangue di S. Giovanni” era ingrediente indispensabile nella composizione di filtri e pozioni,con le quali si riteneva di poter influenzare la volontà umana.
La presenza in grande quantità nel foraggio può colorare il latte di rosso, ciò una volta era considerato sintomo di malocchio. [Marinella Zepigi,
29/06/2008]
"Hypericum perforatum L. - Iperico, Erba di San Giovanni comune"
In Acta Plantarum, Forum
Attenzione:
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
Vedi altre piante vicine a Hypericum perforatum (stesso genere, stessa famiglia o stesso epiteto specifico)
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