Pianta perenne, cespugliosa, che a maturità diviene semiarbustiva, estremamente variabile nell'aspetto e gradevolmente profumata; ha rizoma legnoso ramificato e strisciante orizzontalmente, dal quale si sviluppano i fusti, spesso sdraiati nella parte basale poi eretti, con sezione quadrangolare, ramificati in alto , di colore rossastro e ricoperti da una fitta peluria patente. Altezza 20÷60 cm.
Le foglie sono opposte, ovali-allungate con breve picciolo, pelose sui grossi nervi, con la massima larghezza verso la base dove sono arrotondate, poco dentate, spesso con margine intero e peloso.
I fiori nascono all'ascella delle brattee sessili, che per la loro forma sembrano foglie e sono spesso sfumate di rosso, sono portati da corti peduncoli e riuniti in capolini terminali di colore rosa purpureo, raramente bianchi. Il calice è simmetrico, diviso in 5 denti lunghi 1/3 del tubo, tubuloso campanulato; la corolla ha il labbro superiore smarginato e quello inferiore più lungo, trilobato.
I frutti sono tetracheni con mericarpi subsferici, con apice acuto, con due triangolini biancastri nella superficie di inserzione, di colore castano scuro.
Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Antesi: giugno÷settembre
Habitat: Luoghi aridi e assolati, boschi radi e luoghi sassosi, rupi, soprattutto su terreni gessosi.
Note di Sistematica: Oltre alla subspecie nominale, sopra descritta, sono presenti nel nostro territorio:
Origanum vulgare subsp. prismaticum Gaudin, che si distingue per infiorescenze allungate di forma prismatica.
Origanum vulgare subsp. viridulum (Martrin-Donos) Nyman - Origano meridionale, che si distingue per brattee ghiandolose di colore verde.
Note, possibili confusioni: Specie simili sono:
Origanum majorana L. - Origano maggiorana, che si distingue per fusto pubescente e foglie picciolate ristrette alla base. Esotica naturalizzata.
Origanum onites L. - Origano siciliano, che si distingue per fusti con peli fitti papillosi e sparse setole patenti, foglie sessili ovate, brattee ovali-rombiche cigliate sul bordo e corolla bianca.
Etimologia: Il nome generico deriva dal greco “oros” = “montagna” e “ganos” = “splendore” "spendore di montagna", in relazione alle sue origini di pianta selvatica che cresce sulle montagne; il nome specifico da "vúlgus"= volgo: comune, diffuso, frequente, indica che è una pianta comune. Il nome comune di "Erba acciuga" o "Acciughero" deriva dall'uso della pianta nella preparazione della pasta d'acciughe.
Proprietà ed utilizzi: specie commestibile officinale
Erba fortemente aromatica, antisettica e disinfettante, revulsiva, antispastica, digestiva e sudorifera; stimola l'utero e agisce come lieve espettorante.
Costituenti principali: olio essenziale contenente terpinene, carvacrolo, timolo, mircene, cariofillene, cineolo; tannini, resina.
In medicina per uso interno, in caso di raffreddore, influenza, leggeri stati febbrili, digestione difficile, aerofagia, mal di stomaco e mestruazioni dolorose. Le sommità fiorite della pianta stimolano la secrezione dei succhi gastrici, aiutando la digestione, attenuando le contrazioni intestinali dolorose, bloccando le fermentazioni intestinali ed eliminando i gas.
Per uso esterno l'essenza di origano può essere impiegata in caso di bronchiti, asma, artrite e dolori muscolari, come gargarismo nelle infiammazioni del cavo orale e delle gengive. L'olio essenziale favorisce la crescita dei capelli e le sue proprietà parassiticide sono utili in presenza di pidocchi.
Grazie alle proprietà cicatrizzanti e germicide, è un buon rimedio in caso di eczemi, ferite e piaghe infette.
L'olio ha proprietà antibatteriche e antifungine ed è è impiegato nella preparazione di cosmetici e di profumi maschili e, dall'industria alimentare, come aromatizzante. Diluito si può applicare in caso di mal di denti e dolori articolari; è un buon emolliente per pelli secche e mitiga gli eritemi solari. Gli estratti dalle foglie sono utilizzati in ambito cosmetico in presenza di diversi inestetismi della pelle.
Una manciata di Origano nell'acqua del bagno o del pediluvio, ha azione stimolante, purificante e deodorante.
Molte sono le varietà coltivate ed usate in cucina, ma le piante spontanee che crescono al nord sono di scarso valore aromatico mentre quelle del sud hanno un sapore particolarmente gradevole tanto da essere usate come ingrediente tipico in molti piatti.
Il vino di origano, ottenuto facendo macerare le sommità fiorite ed essiccate nel vino è un ottimo aperitivo.
L'aroma si intensifica con l'essiccazione: a tale scopo si recide la pianta ancora in fiore, si pone ad asciugare all'ombra e si conserva in recipienti ermeticamente chiusi.
È una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea in virtù del suo intenso e stimolante profumo; erba importante sia della cucina italiana che di quella greca e messicana.
Pizza, pesce, patate, formaggi, carne, pomodoro, ortaggi sott'olio e sott'aceto, liquori, sono solo alcune delle pietanze che si possono insaporire con l'Origano.
Questa specie che è principalmente usata come aromatica, ha anche pregi ornamentali ed è buona mellifera.
Le sommità fiorite si aggiungono a pot-pourri e fanno parte della composizione dell'infuso detto "acqua archibugiata".
Curiosità: Spezie ed erbe aromatiche hanno avuto una loro secolare storia di competizione gastronomica. Le erbe aromatiche indigene dell'area mediterranea italiana, furono soppiantate dalle spezie importate con la conquista romana dei paesi dell'Africa, per più di un millennio queste divennero segno distintivo di una tavola ricca. Alla fine del XVI secolo con la scoperta di nuovi paesi ricchi di spezie, questa abbondanza finì con lo svalutarle agli occhi di che ne faceva uso come segno di ricchezza; furono sostituite dalle erbe povere e contadine.
L'Origano ha avuto buon impiego nella cucina romana, il suo uso è continuato anche nei secoli successivi per lo più limitato alle regioni meridionali, la risalita verso nord è recente e coincide con la diffusione della pizza.
L'origano in vendita come droga essiccata, si ricava da diverse piante, non tutte appartenenti al genere Origanum, alcune appartenentengono al genere Lippia e Thymus.
Molteplici sono le virtù terapeutiche attribuite nel tempo alla pianta dell'origano. In un ricettario di un anonimo umbro è consigliato come antidoto origano tritato e bevuto nei casi in cui colui che "haverà bevuto il sugo del marzeteon e patirà flusso di ventre e sete e ansietà e vorticamento degli intestini".
Nella convinzione che il fumo d'origano avesse poteri anestetizzanti, i “dentisti” del passato lo facevano assumere ai pazienti attraverso un imbuto o con forme particolari di sigaro, per attenuare il dolore dell'estrazione dei denti.
Per aiutare la cicatrizzazione dell' ombelico nei neonati, si metteva una polvere mista di origano e sale.
Pietro Ispano che aveva compito studi di medicina, ma meglio conosciuto come Giovanni XXI, assicurava invece che "Lo succo del rigamo con latte di femmina, messo nelle orecchie, toglie la doglia".
Plinio il Vecchio, nei capitoli della sua Storia naturale dedicati alla descrizione delle piante, delle erbe e delle loro virtù medicinali, tra gli altri rimedi segnalava che l'origano schiacciato e applicato con aceto era efficace in caso di perdita di sangue ai genitali e faceva secondare dopo il parto.
Secondo S. Ildegarda era sufficiente mangiare o toccare la pianta per contrarre la lebbra, ma nello stesso tempo, guariva i soggetti che ne erano affetti.
Come la Maggiorana, l'Origano è legato al mondo femminile; una volta le donne lo coltivavano non solo per usarlo in cucina, ma perchè lo consideravano un talismano. Lo si regalava alle ragazze che avevano patito una delusione amorosa, perchè si riprendessero, ma era consigliato anche agli uomini depressi. Si riteneva che quando una piantina d'origano coltivata seccava, sicuramente difficoltà e pene d'amore erano in agguato.
[Marinella Zepigi,
21/02/2009]
"Origanum vulgare L. - Origano comune"
In Acta Plantarum, Forum
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Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.