Pianta erbacea perenne, alta fino a 30 cm, provvista di un tubero ovoidale o cilindrico con sovrastanti foglie ovate o astate con l’apice ottuso o brevemente mucronato (con la punta dura e rigida). Dotate di un lungo picciolo (anche 20 cm) ornato di picchiettature porporine.
Lo scapo lungo quanto o poco meno dei piccioli porta all’apice una piccola spata tubulosa a forma di cappuccio, di colore verde pallido striata di rosso-purpureo nella parte inferiore e verde-scuro o bruno-porpora nella parte superiore più svasata e arrotondata o più o meno acuta all'apice, dove termina con una apertura frontale. Da questa apertura fuoriesce una parte dell'infiorescenza a forma di spada detta spadice di colore verdastro, incurvato e leggermente clavato.
I fiori unisessuali e contigui sono posizionati all’interno dello scapo, alla base dello spadice, unilaterali da 3 a 5, quelli femminili e immediatamente sopra quelli maschili più numerosi (circa 20), dotati di un solo stame. Il frutto è una bacca globosa di 1 cm, verde brunastro a maturità con 2-6 semi biancastri.
Tipo corologico: steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Antesi: ottobre - maggio
Habitat: muri, incolti, suoli ricchi di humus e ombreggiati nella fascia dell’olivo, del leccio e del castagno dal piano fino a 800 m.
Note di Sistematica: specie assai simile è Arisarum proboscideum (L.) Savi che si distingue per avere la spata prolungata all'apice in una appendice filiforme e lo spadice ingrossato a clava che non sporge dalla spata.
Etimologia: il nome generico deriva dal greco asaron attribuito da Discoride, quello specifico dal latino = comune.
Proprietà ed utilizzi: specie tossica.
In alcune zone della Toscana veniva adoperata in decotto di foglie, come antipiretico, in caso di malattie da raffreddamento, per abbassare la febbre. Il suo rizoma ricco di amidi avrebbe proprietà lassative, diuretiche, espettoranti, afrodisiache, vulnerarie, cicatrizzanti, Un tempo seccato e macinato in farina veniva consumato anche dall'uomo ed è assai ricercato dai cinghiali che ne sono ghiotti.
Le foglie il fusto e le bacche sono tossiche.

[Giuliano Salvai, 22/12/2007]
"Arisarum vulgare O.Targ.Tozz. - Arisaro comune"
In Acta Plantarum, Forum

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

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